Studio, sistemi sanitari a rischio pure se il contagio è contenuto
Senza misure di contenimento, il virus SarsCoV2 avrebbe potuto infettare 7 miliardi di persone nel mondo, mietendo 40 milioni di vittime entro il 2020. Lo indica uno studio realizzato dal Centro per i modelli delle malattie infettive dell'Imperial College di Londra, che collabora con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. "La risposta che verrà data dai singoli Paesi nelle prossime settimane sarà cruciale per influenzare la traiettoria delle epidemie nazionali", scrivono gli esperti britannici. Il loro studio ha valutato l'impatto della pandemia in 202 Paesi, incrociando i dati relativi alle relazioni sociali per fascia di età con quelli riguardanti la severità della malattia Covid-19. In particolare, hanno stimato il carico per il sistema sanitario e la mortalità in caso di assenza di misure di contenimento e nel caso di adozione di politiche mirate a spegnere o mitigare il contagio. "Stimiamo che in assenza di interventi, Covid-19 avrebbe causato 7 miliardi di contagi e 40 milioni di morti a livello globale quest'anno", scrivono i ricercatori.
"Le strategie di mitigazione focalizzate sulla protezione degli anziani (con una riduzione del 60% dei contatti sociali) e sul rallentamento della trasmissione del virus (con la riduzione del 40% dei contatti per la popolazione generale) potrebbero salvare 20 milioni di vite, ma prevediamo che anche in questo scenario i sistemi sanitari di tutti i Paesi finiranno per essere velocemente sopraffatti. L'effetto sarà più pesante nelle aree più povere: i nostri scenari mostrano un picco di richieste per posti letto in terapia intensiva che supera le disponibilità di un fattore pari a 25 nelle aree più povere, contro un fattore pari a 7 nelle regioni più ricche". Se le misure di contenimento del virus venissero adottate in modo tempestivo (quando si verificano 0,2 decessi ogni 100.000 persone alla settimana) e mantenute nel tempo, potrebbero essere salvate 38,7 milioni di vite. Se l'intervento venisse deciso in ritardo (quando si contano 1,6 decessi ogni 100.000 persone alla settimana), si risparmierebbero 30,7 milioni di vite.
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